Perché i Buoni Propositi di Settembre Falliscono (Non è Colpa Tua)

Settembre è il vero gennaio dell'anno. Hai quella sensazione di ripartenza? È normale, ma ecco perché il 99,7% delle persone fallisce con i buoni propositi (e come tu puoi essere nel 0,3% che ce la fa davvero).

Persona che scrive buoni propositi su un quaderno con foglie autunnali - settembre ripartenza
Settembre è da sempre il mese dei buoni proposti (che poi falliscono), vediamo perché

Settembre è il vero gennaio dell’anno.

Lo senti anche tu, vero? Quella sensazione di ripartenza, il desiderio di mettere finalmente ordine nella tua vita.
È come se l’estate ti avesse regalato una pausa per riflettere e ora fossi pronto a ricominciare con energia rinnovata.


La scorsa settimana ho ricevuto una mail da Giulia:

"Domenico, ogni settembre mi riprometto di cambiare. Palestra, dieta, lettura...
Ma dopo un mese sono sempre al punto di partenza. Cosa sbaglio?"

La verità? Giulia non sbaglia niente.
Il problema non sei tu, non è la tua forza di volontà.
Il problema è che ti hanno raccontato una bugia.


La verità scomoda

La maggior parte dei consigli sulla crescita personale sono generici e destinati al fallimento.
“Inizia piano”, “sii costante”, “visualizza il successo”… ti suonano familiari?

Uno studio di Harvard su 1.277 persone che volevano cambiare un’abitudine ha rivelato:

  • Solo lo 0,3% c’è riuscito dopo 6 mesi (meno di 4 persone su 1.000!)

Non perché le altre fossero pigre o prive di volontà.
Il vero errore era l’approccio scelto:
“Basta volerlo davvero”.
Falso!
Il cambiamento non c’entra nulla con la motivazione.
C’entra con l’architettura delle tue giornate.


Ecco il punto

Quando decidi di iniziare una nuova abitudine, pensi:
Da domani vado in palestra tutti i giorni alle 7.
Ed è qui che tutto crolla.

Devi cambiare strategia.
Te lo dico per esperienza:
6 anni fa volevo meditare 20 minuti ogni mattina.
Motivazione alle stelle, risultati doppi zero.

Il problema?
Cercavo di incastrare un’abitudine da 20 minuti… in una vita già strapiena.

Il segreto? Non devi trovare “spazio” per le nuove abitudini.
Devi attaccarle a qualcosa che già fai, in automatico.

Ad esempio:
Invece di “Mediterò 20 minuti ogni mattina”, sono passato a:
“Appena accendo la macchinetta del caffè, medito 5 minuti mentre si scalda.”
Risultato? 847 giorni consecutivi di meditazione.


La chiave: l’automatismo

Non è questione di forza di volontà:
sono gli automatismi che fanno funzionare le abitudini.

Immagina le abitudini come i binari del treno.
Non serve far deragliare il treno della tua vita.
Basta spostare i binari di qualche grado.

All’inizio la differenza sembra minuscola.
Ma dopo 100 km… ti ritrovi in una città completamente diversa.

Conclusione:
Non devi cambiare te stesso.
Devi cambiare il percorso che fai automaticamente ogni giorno.


Pratica subito (2 minuti)

  1. Pensa a un’abitudine che vuoi sviluppare
  2. Riducila al minimo indispensabile (max 5 minuti)
  3. Trova un’ancora nella tua routine attuale
  4. Scrivi: “Dopo [ancora], farò [micro-abitudine]”

La differenza fra chi cambia davvero e chi resta sempre al punto di partenza non è la motivazione. È la strategia.

La motivazione ti fa partire.
L’automatismo ti fa arrivare.

Questa settimana ti lancio una sfida:
Scegli UNA sola micro-abitudine e attaccala a qualcosa che già fai.
Non 10. Una. E poi raccontami com’è andata!


Rispondi a questa mail: qual è l’abitudine che non sei mai riuscito a trasformare?
Ti aiuterò a renderla finalmente automatica.

A presto,
Domenico


P.S. Ho creato un tracker gratuito per le micro-abitudini: contiene 21 esempi pronti e il template per la tua catena di automatismi.
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Ricorda: non devi essere perfetto.
Devi essere strategico.

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