Il consiglio del ministro

Una vecchia favola induista racconta di un re che voleva ricoprire tutte le strade del suo regno di cuoio. Finché un ministro gli suggerì qualcosa di più semplice: farsi un paio di scarpe. Una storia antica che ci ricorda una verità moderna — non serve cambiare il mondo, serve cambiare noi stessi.

Un paio di sandali di cuoio su una strada illuminata dal sole, simbolo di cambiamento personale e consapevolezza.
Il re voleva cambiare il mondo. Il ministro gli insegnò a cambiare se stesso.

Ho letto una vecchia favola induista mentre cercavo ispirazione per una riflessione.
Sai com'è: a volte le storie più potenti non le inventiamo noi, le scopriamo.

Racconta di un re che decide di visitare il suo regno a piedi.
Vuole incontrare la gente, vedere come vivono.

Settimane di cammino. Villaggi, strade, contadini felici di parlare con il loro sovrano.
Torna a palazzo distrutto. I piedi brutti, gonfi, pieni di piaghe.
Le strade erano sassose, scomode, impossibili.

E qui arriva il re che è re: ordina ai servitori di ricoprire tutte le strade del regno di cuoio.
Migliaia di mucche macellate, tonnellate d’oro speso.
Un’idea folle, logicamente parlando.

Ma un ministro si avvicina e dice una cosa semplice:
«Maestà, invece di coprire le strade di cuoio, perché non ti fai fare un paio di scarpe?»

Il re rimane in silenzio.
Poi sorride.
Ha capito.


Ci penso spesso ultimamente.
Soprattutto quando leggo quello che dicono i professionisti intorno a me.

Gli studenti che si lamentano del sistema.
Gli imprenditori che accusano il mercato.
I lavoratori che dicono che il problema è il contesto, la società, la tecnologia.

Tutti loro stanno cercando di coprire le strade di cuoio.
Non è un’accusa. È un’osservazione.
È quello che farei anch’io se non avessi imparato a riconoscerlo.

È più facile, psicologicamente.
Accusare il mondo è comodo.
Non richiede responsabilità.
Non richiede che tu cambi nulla di te stesso.

La vera fatica è diversa.
È chiederti:
– Cosa posso cambiare in me?
– Dove sto aspettando che il mondo si adegui al mio modo di essere?
– In che cosa sto investendo energie per trasformare il contesto invece di trasformare me stesso?

Non è romantico. Non vende.
Ma funziona.


Ho iniziato a notare una cosa:
le persone che migliorano davvero la loro vita non aspettano le scarpe di cuoio.
Non aspettano che le condizioni esterne diventino perfette.
Cambiano loro stesse.

E non è un cambiamento grande ed epico — è piccolo, quotidiano, invisibile.
Dormono meglio.
Gestiscono l’attenzione diversamente.
Dicono no a più cose.
Leggono invece di scrollare.
Cambiano le loro abitudini.

E quando cambiano loro, il mondo intorno a loro cambia di conseguenza.
Non perché il mondo è magicamente diverso.
Ma perché loro lo vedono diversamente.
Lo navigano diversamente.
Raccolgono risultati diversi.


Questa è la riflessione.
Non è nuova.
Ma visto che ormai siamo a novembre, visto che l’anno sta finendo,
visto che in molti iniziano a pensare ai cambiamenti per il prossimo —
mi è sembrato il momento giusto di ricordartela.

Invece di aspettare le scarpe di cuoio, mettiti le tue.


P.S. A novembre tutti parlano di nuovi propositi per l'anno prossimo.
Ma sai qual è il problema? Aspettano gennaio.

Aspettano la data giusta, il momento perfetto, le condizioni ideali.

Intanto, loro rimangono uguali.

Il 92% delle persone che fanno una lista di propositi a gennaio fallisce entro febbraio.

Perché?

Non per mancanza di motivazione.
Ma per mancanza di sistema.


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